sabato 21 maggio 2011

TroiAmore

simplewishes:

feline obedience
Anton Esef photographer
Chuvstvennaya Devochka model
Non è riuscito a lasciarmi. Perchè, sia chiaro, ha provato a lasciarmi. Trema di paura all'idea di sentirsi legato a me. 
All'inizio non ha risposto al cellulare. Pensavo di diventare matta. Squillava a vuoto, poi la segreteria telefonica... perenne. 
L'ho raggiunto dove lavora. Di sabato non c'è molta gente... ma c'era comunque gente. 
Avevo addosso una frenesia immane, ero sconvolta. Gli ho chiesto perché non rispondesse al telefono. Mentre lui farfugliava qualcosa, dicendomi di aver perso il cellulare o qualcosa del genere, sono di colpo scoppiata a piangere.
Isterica ed infantile.
Il viso contro la parete bianca, sono rimasta così, a singhiozzare per qualche interminabile secondo, quando mi ha raggiunta alle spalle, sfiorandomi un braccio.
"Dai, non fare così...".
Mi ha attirata tra le braccia e sono esplosa in lacrime.
Appoggiati alla scrivania, mentre lo baciava e, famelico, ricambiava il mio bacio, la mia mano è scesa fino alla fibbia metallica dei suoi pantaloni, facendo scorrere la lampo... L'ho sentito turgido e voglioso nel palmo della mia mano, attraverso il tessuto dei boxer.
Lo masturbavo e la sua lingua continuava a penetrarmi la bocca nei più intimi recessi. Mi sono bagnata così tanto da provare vergogna. Ma ho notato con la coda dell'occhio che la porta era rimasta aperta.
Mi sono staccata dal suo corpo con un gemito di frustrazione, affrettandomi ad accostarla.
Sono tornata indietro, schiudendomi contro l'erezione che ho guidato lentamente fra le gambe, scostando l'orlo delle mutandine, puntandolo contro l'apertura della vulva e lasciandolo entrare appena, solo di tanto in tanto, mentre il groviglio delle nostre lingue cominciava a rendere difficoltosa la respirazione.
Un'occhiata di sfuggita... la porta - stramaledetta porta - nuovamente aperta.
Non ce l'ho fatta a interrompere per la seconda volta il miracolo che stava compiendosi.
Mi stringeva... mi ha stretta così forte da farmi male mentre lo portavo all'orgasmo con la bocca, adoperandomi devotamente, lussuriosa e famelica.
Gente si avvicendava lungo il corridoio anche mentre contro la sua scrivania mi prendeva da dietro, tirando con forza i capelli ad ogni affondo. Poi non ricordo... non ho visto né realizzato altro che non fosse l'effluvio torrido straripato tra le cosce, solcando le gambe, lambendo le caviglie... 
No, non ce l'ha fatta a lasciarmi.
Nell'ultimo  SMS di pochi minuti fa - e ininterrottamente da quando stamattina ci siamo lasciati - non fa che scrivermi deliziose porcate e frasi oscene. Mi parla della voglia che gli è rimasta addosso di mettermelo dentro in ogni posizione... Di quanto non si aspettasse di vedermi e di quanto teme, adesso d'amarmi.
Ma è più forte di lui d'ogni altra inutile e disperante cautela: avermi. Fottermi.
Più forte d'ogni altra fottutissima paura. 
Ed io così lo voglio.
Col cazzo duro, in tensione.
Si masturba davanti alle ultime foto in lingerie che gli ho mandato e mi pensa.
Mi pensa e gode.
La sua voce, alterata dal piacere, appesa al filo del telefono.
TroiAmore.
Sono la Puttana che non riesce a lasciare.
Sono la sua Puttana innamorata...