lunedì 16 maggio 2011

Piacere senza ritorno


Mi accompagna da stamattina il desiderio di prolungare l'ebbrezza che, fin dalle prime ore della giornata, mi è stata regalata dalle folate primaverili che mi hanno trovata nuda sotto le balze della gonna di raso, insinuandosi tra le pieghe delle labbra umide; la verità è che mi fa sentire tanto troia l'idea della gente che, passandomi accanto, non sa.
Non sa né certamente potrebbe immaginare che, passo dopo passo, sto eccitandomi e inseguo e perseguo la tentazione di strusciarmi contro qualcosa, rifugiarmi magari dentro qualche portone lasciato sbadatamente accostato, tirare fuori il dildo che mai potrebbe mancare tra le tante cianfrusaglie accatastate nella mia borsa e dar libero sfogo ad ogni lussuriosa voluttà... con il rischio di essere vista o scoperta: tanto meglio! 
Oppure - cosa a cui ho pensato per tutto quanto il giorno - avrei voglia di masturbarmi davanti a un uomo che mi guarda e si eccita senza potersi avvicinare né toccarmi.
Potrei farlo venire e venire ripetutamente mentre cercherebbe di darsi sollievo muovendo avanti e indietro la mano intorno all'erezione svettante del suo maestoso membro.
Che strano, pensavo che è - questa - forse la sola pratica che non ho mai... praticato con un uomo.
Masturbarci a vicenda... ma non parlo di preliminare, non dico una "cosa così, tanto per...", roba di pochi minuti. No. Parlo di un gioco lento ed estenuante, parlo di orgasmi e liquidi umorali, di farsi stantuffare le viscere da un grosso aggeggio fallico mentre le dita torturano il clitoride in fiamme e vengo e lui viene... e insieme veniamo...
Poi niente di macchinoso, niente strategie né giochetti. A cosce aperte, su un letto, magari non del tutto svestita, aspettare solo d'essere penetrata da qualcosa di turgido e smanioso, febbrile e pulsante... 
Un colpo via l'altro. Niente zucchero filato e preludi da romanzetto rosa.
Mi distraggo giusto un attimo...
Oggi l'editore mi ha suggerito attraverso una mail di rivedere il contenuto, la sintassi, il senso, il filo logico...
Che cazzo di coglione invertebrato!
Cos'è che avrei dovuto rivedere? Cos'è che non gli torna?
A parte il fatto che ha impiegato tre settimane a leggersi un racconto da 24000 battute, dubito abbia avuto neuroni attendibili al momento di scrivermi quella mail da medio-borghese frustrato!
Chissà quante seghe si sarà fatto... porco rincoglionito!
Lo stronzo che sale in cattedra a darmi lezioncine su come si scrive... Venisse a godere fra le mie cosce, che sarebbe - presumo - il primo orgasmo della sua vita!
Il racconto in questione è "Quel torrido Agosto", uno dei primi racconti editati su questo blog.
Ditemi ora voi che cazzo c'è da capire... e in quale altra forma dovrei rivedere forma, sintassi e bla, bla, bla... Andasse a farsi fottere! Più frequento il mondo dell'editoria e più considero gli editori una sottospecie d'uomini e donne sottosviluppati.
Mentalmente non v'è dubbio. Sono una categoria a parte.
Sarebbero da interdire o, più umanamente - con una buona dose di carità umana - da compatire.
Ma tornando a noi... si, avete capito: ho voglia di scopare.


Non fare l'amore. Ho proprio voglia d'essere sbattuta. 

E non scrivere pene, piacere, ano, intimità, accoppiamento... ma dire cazzo, orgasmo, culo, figa, scopata. E di cazzo riempirmi ed essere riempita.


Culo, figa, bocca... 
Così, aperta... che si perdano i contorni della decenza, che ci si scordi delle fottutissime buone maniere, che si intingano le dita (e non solo quelle...) nella schietta indecenza, ché se la lingua di un uomo scivola dalla vulva al culo e torna indietro, ripartendo dal culo per lubrificarmi il clitoride... e lo fa più volte, ripetutamente, penso che potrei venirgli in bocca fino spandere umori e gemiti nel raggio di un paio di miglia. Senza riuscire a smettere.
Già, perché sono anche multiorgasmica.
E me ne strafotto di quel che un uomo possa pensare di me mentre è lì che mi scopa.
Non ho frequentato un solo uomo in vita mia che non mi abbia voluta signora in società e troia sotto le lenzuola. E io troia divento.
Senza neanche troppo faticare perchè io nasco troia. 
Sono una troia. Non la do via per soldi, ma godo moltissimo nel darla.
Non potrei vivere senza sesso. 
Toglietemi tutto ma non il beneamato cazzo!
Sono volgare, lo so... intanto però vorrei proprio vedere quanto v'è diventato duro e chi, tra i gentili lettori - distratti o affezionati - non muoiono dalla voglia di tapparmi la bocca e spingermelo nel culo con un solo colpo di reni.
Magari farmelo sentire fino in fondo... 
Mi piace esser presa da dietro (un'altra cosa che non potevate sapere prima...). Più mi si usa violenza, più il sesso è hard, duro, incalzante... più mi piace.
Amo il sesso fatto bene. 
Le smancerie non sono per me.
Quelle le riservo a chi amo.
Chi non amo ha solo l'incombenza (assai piacevole) di leccarmi, succhiarmi, farmi sbrodolare un bel po', fare con me le peggiori porcate che mai oserebbe fare con la fidanzata timorata di Dio o con la mogliettina casta e pura e fottersi uno dei miei buchi.
Chi dice di poter vivere senza tutto questo è falsa, è frigida o mente sapendo di mentire.
Stasera ho voglia di qualcosa che non impegni troppo la mente. Di un uomo che abbia solo voglia di "svuotarsi" dentro di me e farmi venire, venire e venire...
Ho voglia di saltare la cena, di cavalcare furiosamente un cazzo per ore...
Sarei perfino tentata di lasciare qui il mio numero di cellulare, farmi trovare con addosso uno dei miei stringatissimi corsetti tutti pizzo e trasparenze e scopare in piedi, sulla porta, saltando le presentazioni.
Sono certa che il "fortunato" non avrebbe la minima esitazione nel tirarlo fuori, inchiodarmi magari contro la parete e spezzarmi il fiato, costringendomi a una penetrazione dolorosa e interminabile...
Ho voglia di qualcosa di duro e caldo che mi faccia male e mi faccia godere.
E che quando ha finito si rivesta e vada via senza neanche chiedermi il nome.
E senza più tornare...